Lamentarsi, o piuttosto provare a fare qualcosa ?

Lamentarsi o provare ad agire?

Lamentarsi, o provare ad agire?

Molte persone sono immobili, bloccate, inerti, in attesa di non si sa che cosa, in attesa di qualcosa o di qualcuno che cambi le cose !

Molti aspettano che “finisca la crisi”, e aspettano che magari il nuovo governo faccia qualcosa…

(Aggiornamento: ho scritto questo articolo nel 2018, molto prima della crisi del coronavirus. E vediamo tutti che non sta andando per niente bene…)

La spiegazione di ciò sta nel principio, ed è dovuta ai nostri genitori.
Sì, hai capito bene, proprio ai tuoi genitori, che a loro volta lo devono ai loro genitori.

I tuoi genitori ti hanno sempre spiegato cosa non dovevi fare, ti hanno insegnato che una data cosa non si fa, che quell’altra è sbagliata, ti hanno evidenziato i tuoi errori, come facevano i tuoi professori a scuola.


A scuola ci evidenziano i nostri errori, al lavoro ci rimproverano i nostri errori e perfino in famiglia ci fanno notare quando sbagliamo.

Attorno a te c’è molta gente pronta a dirti che stai sbagliando, che stai commettendo errori.

Questo ti crea un blocco mentale che ti impedisce di provare strade nuove, di cercare nuove soluzioni.
Hai una grande paura di sbagliare, così eviti di trovare e di percorrere le tue strade ma ti affidi alle strade già percorse dagli altri.

La prima soluzione è lamentarsi.

In questo modo eviti che qualcuno ti possa dire che hai sbagliato ma continui a percorrere le loro stesse strade sperando di ottenere un risultato diverso. 

Per questo motivo, ognuno di noi quando legge qualcosa o sente parlare qualcuno è alla ricerca di qualcosa di sbagliato, cerca l’errore.

 

Pensaci ! 

Anche tu mentre stai leggendo sicuramente starai provando a trovare quello che non ti è piaciuto, quello per cui non sei d’accordo o che credi sia sbagliato.

Avrai trovato moltissime cose.

Invece prova a trovare qualcosa che ti è piaciuto, che condividi o che ritieni possa essere interessante e utile anche per gli altri.

Probabilmente troverai poco o nulla.

Quindi è la tua impostazione che ti sta limitando, non riesci a mettere in atto un cambiamento perchè hai paura di fallire ma sopratutto hai il timore che gli altri ti dicano che hai sbagliato.

Ricordati che non fallisce chi ci prova e non riesce ma chi si lamenta sempre senza mai provare !

Tutti commettiamo errori ma non sempre li capiamo o ne capiamo il perché, così continuiamo a commetterli.

La disciplina dell’interazione UOMO – MACCHINA, che studia anche i fattori umani all’origine degli errori e studia le strategie per prevenirli o per ridurne gli effetti, ci può aiutare a capire meglio gli errori che commettiamo, invece di lamentarsi inutilmente.

I nostri comportamenti si possono classificare in tre grandi aree:

  • Di routine basati su abilità apprese, per le quali l’impegno cognitivo è bassissimo ed il ragionamento è inconsapevole, automatico;
  • Guidati da regole di cui la persona dispone, per eseguire compiti noti;
  • Da attuare quando ci si trova in presenza di situazioni nuove o impreviste, cioè non conosciute per le quali non si conoscono delle regole o delle procedure di riferimento.

E in questa ottica anche gli errori si possono classificare in tre categorie:

  • vuoto di memoria: è un errore di esecuzione provocato da una dimenticanza;
  • dimenticanza o sbaglio involontario: è un errore di esecuzione che si verifica a livello di abilità;
  • si fanno le cose sbagliate: l’errore non viene commesso durante l’esecuzione pratica del piano d’azione, infatti le azioni vengono svolte come pianificate, ma ci sono altri problemi che portano all’errore. 

Si verificano degli errori perché si vuole accelerare un processo prendendo la scorciatoia; gli errori sono commessi per inesperienza o per eccessiva fiducia nelle proprie capacità.

Capire il tipo dei nostri errori è molto importante poiché ci mette nella condizione di decidere cosa fare per evitare di ripetere lo stesso errore in una situazione simile, invece di lamentarsi.

Per capire la differenza tra questi tre principali tipi di errore proponiamo il seguente esercizio nel quale vengono riassunte tre diverse situazioni con lo stesso oggetto.

Ciascuna di esse esemplifica uno dei tre errori principali commessi dall’agire dell’uomo.

  • Mio padre rientra la sera dell’anniversario di nozze senza alcun regalo e appena vede mia madre con il muso si ricorda di essersi dimenticato di comprarle le rose rosse che si era ripromesso di fare fin dal primo mattino. Infatti, di rientro dal lavoro ha guidato fino a casa in automatico, come fa tutte le sere, scordandosi completamente di fermarsi dal fioraio. Questo è un caso tipico di errore dovuto a vuoto di memoria.
  • A Natale mio fratello ha comprato un regalo per sua moglie ed uno per me. Appena apro il mio capiamo che mio fratello ha scambiato i due regali, e io mi ritrovo con un grazioso vestitino da sera e sua moglie con una lucente penna stilografica. Questo è uno sbaglio involontario, il secondo caso visto;
  • Ho intenzione di fare un regalo a mia moglie e poiché mi è sempre difficile fare dei regali in quanto non ci sono abituato, dopo molte indecisioni ho trovato qual’è il miglior regalo da farle. Appena lei lo apre capisco dalla sua espressione che non è affatto di suo gradimento e che ci è rimasta male, anche se ha cercato di non lamentarsi. Qui siamo nella terza categoria: si cerca di fare qualcosa, ma si è costretti a “inventarsi” una soluzione; e ci scappa l’errore.Con questo semplice esercizio abbiamo capito la differenza tra i tre principali tipi di errore, ora dobbiamo analizzare quale errore commettiamo più frequentemente.

Se gli errori che commettiamo più spesso sono dei primi due tipi,

significa che abbiamo le giuste e complete conoscenze per svolgere il nostro compito ma dobbiamo essere più concentrati su quello che facciamo, dobbiamo ridurre le distrazioni e aumentare l’attenzione e il riposo.

Se invece rientrano nella terza tipologia

dobbiamo impegnarci a migliorare le nostre conoscenze, dobbiamo studiare, prepararci meglio e addestrarci maggiormente su quel compito.

La cosa essenziale però rimane una sola: evitare di identificare la persona con il suo errore. Gli errori si possono, e si devono correggere, e così facendo ciascuno di noi può sperimentare una crescita del suo valore.

Anche la pessima abitudine di lamentarsi potrà quindi essere messa da parte.

 

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